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Storia di un anno vissuto sull'orlo di una crisi di nervi

di Paolo Malagodi

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1 DICEMBRE 2008

Le sequenze di questo 2008 dell'auto rassomigliano a quelle di un impari match in dodici riprese. Da una parte il campione, forte di un 2007 record da quasi 2,5 milioni di immatricolazioni. Sul lato opposto del ring saltella lo sfidante. Accreditato, da qualche bookmaker, di un'annata almeno pari alla precedente grazie all'estensione, al 2008, degli ecoincentivi alla rottamazione per le vetture Euro 2 targate prima del 1997.
Rispettando criteri da manuale, in una sfida giocata sulla distanza i round iniziali lasciano spazio alle schermaglie, mirate a individuare i punti deboli su cui affondare, poi, i colpi decisivi. Come è avvenuto in gennaio, con un lieve svantaggio (6,6%) imputabile alle anticipazioni fatte nel dicembre precedente. «Sommando – asseriva Unrae, associazione delle case estere – le immatricolazioni di dicembre 2007 e gennaio 2008, il risultato è uguale alla somma dicembre 2006-gennaio 2007».
Osservazione che sembrava confermata dalla seconda ripresa, con un divario di febbraio limitato al 3,1% per un primo bimestre in rosso appena del 4,9 per cento. Per conto delle marche italiane, Anfia rassicurava parlando di «leggero ribasso rispetto a quanto in precedenza indicato, per un mercato di fine anno intorno a 2,4 milioni».
Ma, dietro la relativa tenuta delle immatricolazioni, a mettere in debito di ossigeno lo sfidante era il netto calo degli ordini: -32% in gennaio e -13,9% in febbraio, per un bimestre in flessione del 23,8%, percentuale equivalente a oltre 130mila contratti.
Un assottigliamento degli inevasi che metteva alle corde il 2008, in affanno del 18% sulle nuove targhe di marzo, mentre la discesa dell'1,9% in aprile pareva preludere al rallentamento della caduta immatricolativa. Acuitasi invece nei mesi successivi, con cali a due cifre percentuali sino a un agosto messo in ginocchio dal -25,7% rispetto a un anno addietro. Settembre scombinava di nuovo la scena, riducendo al 4,9% il disavanzo e portando i primi nove mesi a superare gli 1,7 milioni di immatricolazioni, accreditando le prospettive di un'annata intorno ai 2,2 milioni di auto nuove. Sarebbero bastate 490mila vetture, con un margine che, in confronto alle oltre 565mila di fine 2007, avrebbe potuto scontare sino al 13% di calo nell'ultimo trimestre.
Siccome anche per l'auto le disgrazie non arrivano mai da sole, è il crack di Lehman Brothers a innescare la reazione a catena che deflagra sulle piazze finanziarie di tutto il mondo. Nulla di strano che le già precarie condizioni del mercato auto italiano si aggravino, in calo di quasi il 19% dall'ultimo peggior ottobre degli ultimi 12 anni. «È evidente – sottolinea Salvatore Pistola, presidente dell'Unrae – che la crisi finanziaria è penetrata strutturalmente nelle dinamiche del mercato auto», con impianti fermi in mezza Europa quando non sottoposti a drastici tagli di occupati. Per esempio, il distretto torinese sconta in novembre due settimane di chiusura alla Fiat Mirafiori, la cassa integrazione aumenta di giorno in giorno per le aziende della filiera auto, si moltiplicano gli esuberi di personale.
La diminuita domanda di nuove auto amplifica a sua volta la crisi, per l'impossibilità di tante famiglie toccate di far conto su garanzie di lavoro e di reddito sufficienti a fronteggiare la spesa di un nuovo veicolo. Con prospettive di un finale 2008 di galoppante calo delle vendite che, se contenuto intorno al 20% nell'ultimo bimestre, lascia comunque spazio a una chiusura ancora sopra i 2,16 milioni di immatricolazioni (-13% sull'annata precedente).
Un risultato che segnerà il più basso livello da quando, con i primi incentivi alla rottamazione del 1997, prese avvio la ripresa strutturale del mercato italiano che in media, negli undici anni sino al 2007, ha sfiorato i 2,35 milioni di auto. Livello dal quale la corrente annata si scosterà di quasi 200mila unità, per alcune decine di migliaia dovute alla recessione, ma per lo più imputabili all'eccessiva confidenza inizialmente attribuita alla reiterazione degli ecoincentivi. Che tuttavia già sul finire del 2007 avevano evidenziato la scarsa capacità di indurre al ricambio delle residue Euro 0 ed Euro 1, per buona parte usate su ridotti chilometraggi da proprietari a basso potere di acquisto. Nel contempo, il limitato bonus statale non è parso, in questo 2008, particolarmente allettante per gli aggiuntivi 1,2 milioni di vetture Euro 2 pur interessate dalle provvidenze. Ne è così derivata una netta flessione delle vendite supportate dagli ecoincentivi (ben il 22% in meno rispetto alla scorsa annata). Riducendo il supporto che, in larga misura ancor prima dell'attuale recessione, ha spento le ambizioni di un 2008 dell'auto che ormai stremato attende solo il liberatorio gong finale.

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